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Sì. L’importante è che del veicolo vengano fatte fotografie. Solitamente vi provvede il carrozzaio o il meccanico il quale poi le conserva e le esibisce al perito incaricato dall’assicurazione insieme ai documenti del veicolo.
Scrivere una lettera raccomandata alla controparte, cioè al proprietario o al conducente del veicolo che ci ha investito, chiedendo il risarcimento del danno ovvero l’indicazione della compagnia di assicurazione a ciò tenuta. Se la controparte non risponde, occorre citarla in giudizio.
Dipende. Se il veicolo è intestato ad una persona fisica per uso personale, cioè non aziendale o professionale, l’IVA viene rimborsata dal momento che chi la paga non ha altro modo di vedersela rimborsata. Se il veicolo è per uso professionale, solitamente no in quanto appunto l’IVA viene successivamente scaricata.
E’ molto difficile. La legge consente che venga data una somma a titolo di provvisionale ma questo comunque può avvenire solo una volta instaurata una causa, pertanto occorre comunque attendere i 60 giorni.
In questo caso le Compagnie non risarciscono l’intero costo delle riparazioni, ma pagano solamente il valore commerciale del veicolo oltre ad una somma, attualmente di circa £ 1.000.000, a titolo di spese per la rottamazione del veicolo e reimmatricolazione del nuovo.
Quando si rimane coinvolti in un sinistro subendo delle lesioni si riporta anche unainvalidità. Questa consiste nell’incapacità di usare appieno una funzione fisica o psicologica. Ad esempio, chi si rompe una gamba ha una invalidità, consistente nel non poter usare la gamba. Chi, più semplicemente, prende una botta al gomito, ha una invalidità consistente nel fatto che, a causa del dolore, può usare il suo gomito più limitatamente di prima. In altri termini, non usa il suo gomito appieno, o comunque come faceva prima dell’incidente. L’invalidità può essere temporanea o permanente. Tutti sanno che ci sono danni fisici che scompaiono con la guarigione e danni che invece rimangono per tutta la vita. Spesso, nella stessa persona ci sono danni temporanei, che se ne andranno una volta guariti, e danni che, invece, non se ne andranno più. L’invalidità temporanea è quell’impossibilità di usare appieno una propria funzione fisica o psicologica per un tempo determinato. L’invalidità permanente è la diminuzione cronica, cioè per tutta la vita, di una propria funzione psico-fisica. L’invalidità temporanea, IT, si misura durante la malattia. La permanente, IP, si può misurare solo al termine della malattia: ciò perché è solo quando uno è guarito che si può vedere cosa è “andato via” e cosa, invece, è destinato a rimanere per sempre. Ad esempio, se una persona si frattura il femore, per un determinato periodo non potrà più camminare. Questo periodo è la invalidità temporanea. Al termine di tale periodo, quando la frattura sarà guarita, questa persona comunque non camminierà come prima. La differenza tra il come camminava prima e il come cammina una volta fatto tutto il possibile per guarire è l’invalidità permanente. Ecco perché, per quantificare l’invalidità permanente, occorre a volte attendere mesi e addirittura in alcuni casi anche più di un anno: perché non si può sapere, prima che una sia guarito, che cosa gli rimarrà come difetto. Per quanto riguarda la documentazione, l’invalidità temporanea può essere documentata con semplici certificati del medico curante. Quella permanente richiede una apposita perizia o consulenza medico – legale.
Sì. L’importante è che del veicolo vengano fatte fotografie. Solitamente vi provvede il carrozzaio o il meccanico il quale poi le conserva e le esibisce al perito incaricato dall’assicurazione insieme ai documenti del veicolo.
Scrivere una lettera raccomandata alla controparte, cioè al proprietario o al conducente del veicolo che ci ha investito, chiedendo il risarcimento del danno ovvero l’indicazione della compagnia di assicurazione a ciò tenuta. Se la controparte non risponde, occorre citarla in giudizio.
Dipende. Se il veicolo è intestato ad una persona fisica per uso personale, cioè non aziendale o professionale, l’IVA viene rimborsata dal momento che chi la paga non ha altro modo di vedersela rimborsata. Se il veicolo è per uso professionale, solitamente no in quanto appunto l’IVA viene successivamente scaricata.
E’ molto difficile. La legge consente che venga data una somma a titolo di provvisionale ma questo comunque può avvenire solo una volta instaurata una causa, pertanto occorre comunque attendere i 60 giorni.
In questo caso le Compagnie non risarciscono l’intero costo delle riparazioni, ma pagano solamente il valore commerciale del veicolo oltre ad una somma, attualmente di circa £ 1.000.000, a titolo di spese per la rottamazione del veicolo e reimmatricolazione del nuovo.
Quando si rimane coinvolti in un sinistro subendo delle lesioni si riporta anche unainvalidità. Questa consiste nell’incapacità di usare appieno una funzione fisica o psicologica. Ad esempio, chi si rompe una gamba ha una invalidità, consistente nel non poter usare la gamba. Chi, più semplicemente, prende una botta al gomito, ha una invalidità consistente nel fatto che, a causa del dolore, può usare il suo gomito più limitatamente di prima. In altri termini, non usa il suo gomito appieno, o comunque come faceva prima dell’incidente. L’invalidità può essere temporanea o permanente. Tutti sanno che ci sono danni fisici che scompaiono con la guarigione e danni che invece rimangono per tutta la vita. Spesso, nella stessa persona ci sono danni temporanei, che se ne andranno una volta guariti, e danni che, invece, non se ne andranno più. L’invalidità temporanea è quell’impossibilità di usare appieno una propria funzione fisica o psicologica per un tempo determinato. L’invalidità permanente è la diminuzione cronica, cioè per tutta la vita, di una propria funzione psico-fisica. L’invalidità temporanea, IT, si misura durante la malattia. La permanente, IP, si può misurare solo al termine della malattia: ciò perché è solo quando uno è guarito che si può vedere cosa è “andato via” e cosa, invece, è destinato a rimanere per sempre. Ad esempio, se una persona si frattura il femore, per un determinato periodo non potrà più camminare. Questo periodo è la invalidità temporanea. Al termine di tale periodo, quando la frattura sarà guarita, questa persona comunque non camminierà come prima. La differenza tra il come camminava prima e il come cammina una volta fatto tutto il possibile per guarire è l’invalidità permanente. Ecco perché, per quantificare l’invalidità permanente, occorre a volte attendere mesi e addirittura in alcuni casi anche più di un anno: perché non si può sapere, prima che una sia guarito, che cosa gli rimarrà come difetto. Per quanto riguarda la documentazione, l’invalidità temporanea può essere documentata con semplici certificati del medico curante. Quella permanente richiede una apposita perizia o consulenza medico – legale.